Le pacciamature sono forse la “moda” che ha preso più piede negli ultimi anni nei nostri giardini.
La promessa di non dover più litigare per tutta la stagione con le erbacce che crescono sotto i cespugli senza dover faticare troppo o utilizzare diserbanti, ha fatto salire enormemente le sue quotazioni.
Vorrei entrare nel dettaglio di questa pratica tutt’altro che nuova ma tornata ad essere molto utilizzata sia negli orti che in giardino.
Cosa significa “pacciamare”?
Significa stendere uno strato di foglie e/o paglia sul terreno. Inizialmente veniva utilizzata negli orti per mantenere più fresco il terreno sottostante e mantenere più a lungo l’umidità nel terreno.
Oggi lo scopo per cui si stendono le pacciamature in giardino è più che altro il controllo delle infestanti senza dover ricorrere a faticose operazioni di estirpazione manuale o alla distribuzione di sostanze diserbanti. Ciò si ottiene principalmente grazie all’effetto “buio”. Lo strato di materiale pacciamante infatti non consente alla luce di raggiungere il terreno, pertanto se anche la semente delle infestanti riesce a nascere, il germoglio muore per mancanza di luce e quindi l’infestante non riesce ad…infestare!
I materiali
Per essere coerenti con il significato originale del termine pacciamatura si dovrebbe quindi usare a questo scopo del materiale vegetale a diretto contatto col terreno.
I materiali naturali oggi più usati per questa pratica sono la corteccia di pino in scaglie più o meno fini ed il cippato di Miscanthus, ma possono essere usate anche foglie secche o paglia.
Utilizzando le scaglie di corteccia di pino l’effetto è ulteriormente migliorato dal rilascio di sostanze acidificanti contenute appunto nella corteccia e negli aghi di pino.
Queste sostanze inibiscono il germogliamento di molti semi di infestanti. Lo potete notare con una semplice passeggiata sia al mare in una pineta, che in montagna in un’abetaia…. In questi boschi nascono, in maniera del tutto naturale, pochissime erbe infestanti proprio per le sostanze rilasciate da aghi e corteccia in disfacimento.
Tra i materiali naturali a disposizione poi ce ne sono anche di inerti cioè non organici ma minerali.
Ghiaia, ciottoli di marmo, pomice e lapillo con dimensioni varie di granuli sono i più usati.
L’utilizzo di questi granuli singoli od in combinazione, ha spesso anche un notevole effetto decorativo.
I teli per le pacciamature
Anche in questo caso ci sono diverse possibilità. Esistono reti in materiale plastico (polietilene) che permettono all’acqua di filtrare e raggiungere il terreno.
Queste reti sono le più usate in giardino non tanto tali e quali, ma per ricoprire il terreno per poi essere a loro volta ricoperte del materiale pacciamante scelto. L’utilizzo di queste reti permette una minore decomposizione dei materiali naturali che così non vanno a diretto contatto col terreno, mentre i materiali naturali inerti non sprofondano nel terreno per effetto del loro stesso peso.
Altri teli, invece non sono permeabili, sono usati soprattutto in orticoltura e forati solo in corrispondenza di dove dovrà essere trapiantata la piantina da coltivare (teli forati per fragole ad esempio).
In quest’ultimo caso sarà opportuno prevedere un tubo di irrigazione da stendere sotto il telo in modo poter garantire la giusta quantità d’acqua.
I materiali più all’avanguardia sono poi quelli biodegradabili sia sintetici (bioplastiche) che naturali (juta, fibra di cocco, kenaf) che permettono un bassissimo impatto ambientale. Ovviamente però sono da rinnovare spesso perché decomponendosi perdono la loro efficacia. Quindi vengono utilizzati quasi solo in orticoltura e rinnovati ad ogni ciclo produttivo.
La prossima settimana vorrei approfondire il discorso su pregi e difetti della pacciamatura, quindi vi aspetto!