Melograno

Descrizione
Il Melograno è una pianta che può formare sia grandi cespugli che alberi, ma le sue dimensioni non raggiungono mai grandi altezze infatti di rado supera i 6 metri.
Ha la tendenza a formare polloni alla base del o dei tronchi principali creando in breve tempo più che un cespuglio una vera e propria macchia.
Il Melograno ha fogliame verde intenso costituito da foglioline ovali lunghe fino a 5 cm, in autunno prendono un bel colore giallo oro prima di cadere, si tratta infatti di una pianta spogliante.
Nei nostri giardini è molto apprezzato per la bella fioritura rosso arancio tipica del mese di maggio.
I frutti caratteristici che sono particolarmente decorativi, ottimi al gusto e ricchi di sostanze benefiche.
Devo citare inoltre delle varietà da fiore, sono sterili cioè che non portano frutti, hanno fiore doppio e fioritura più prolungata delle varietà da frutto.
Tempo fa, ma oggi sono rare, ve ne erano anche a fiore bianco o screziato rosso/bianco.
Esiste una bella varietà nana (Punica granatum nana), molto fiorifera, con frutti non commestibili ma fioritura estiva che si prolunga facilmente fino ai primi freddi.
Molto ornamentale viene utilizzata per fioriere, giardini rocciosi e perfino per bonsai.
Raggiunge al massimo un metro di altezza ma non per questo è meno interessante delle varietà a sviluppo normale.
Diverse varietà sono autosterili cioè, perché possano fruttificare è necessario che vi siano piante di varietà diverse che possano incrociarsi tra loro.
Il frutto è detto melagrana o granata è una bacca con buccia coriacea di forma rotondeggiante con diametro che può arrivare anche oltre i 10 cm, a maturazione (ottobre/novembre) si colora in un bel rosso vivace.
L’interno della bacca è ricco di piccoli semi avvolti dalla polpa che ha colore rosso brillante traslucido, è dolce/acidula e piuttosto profumata.

Coltivazione del Melograno
Normalmente si adatta bene al nostro clima caratterizzato da estati calde (sempre di più!) e poco piovose (sempre meno!) ed inverni relativamente poco freddi.
Tollera bene anche i terreni calcarei.
È preferibile metterlo a dimora all‘inizio della primavera in modo che abbia tutta la stagione vegetativa davanti per attecchire assestarsi.
Ricordate che è una pianta che a maturazione ha un certo volume, quindi lasciategli almeno 3 metri da altre piante, muri o recinzioni.
Fondamentale è che i terreni drenino bene l’acqua in eccesso che potrebbe danneggiare l’apparato radicale dei Melograni, soprattutto se combinata con basse temperature.
Piantato a terra non ha particolari necessità dato che sopravvive bene anche in terreni piuttosto poveri.
Se posto in fioriere, invece, necessita di concimazioni regolare che mantengono sano e vigoroso il fogliame e ad ottenere comunque la produzione di qualche frutto.
Mentre a terra può spingere le radici a cercare acqua e quindi sopporta bene il secco, in vaso è indispensabile una irrigazione non eccessiva ma cadenzata durante l’estate.
Potatura
La potatura da effettuarsi alla caduta delle foglie, come quella degli ulivi deve permettere al sole di raggiungere i frutti nascosti in mezzo al fogliame.
Nella forma a cespuglio in genere si lasciano 4/5 rami principali eliminando il resto.
Nella forma ad alberello alle 4/5 branche che si dipartono dal tronco è utile dare una forma a vaso lasciando abbastanza “vuoto” il centro.
In entrambi i casi è necessario eliminare i polloni che si formano alla base e che sottraggono energie ai rami che abbiamo deciso di mantenere.

Parassiti e malattie
Insetti
Gli insetti più dannosi che si possono osservare in giardino sono gli afidi che possono comparire sui calici dei fiori e sugli apici dei rametti più giovani.
In genere un paio di trattamenti con un buon aficida risolvono definitivamente il problema.
Se non volete utilizzare veleni, in commercio oggi si trovano prodotti naturali a base di sapone molle od olio di lino che, contro gli afidi, sono particolarmente efficaci.
Malattie
Per quanto concerne le malattie fungine, in genere sono favorite da un andamento climatico particolarmente umido e con aria molto ferma.
Attacchi di Alternaria (macchioline tondeggianti nere circondate da aloni marroncini su foglie e frutti) e di Botrite (presenza di muffa pelosetta grigia e tessuti molli su foglie e frutti) si combattono con qualche trattamento a base di Verderame od Ossicloruro di Rame.
Il mal bianco, od oidio, colpisce invece il fogliame che appare come se fosse stato “impolverato” da una sostanza bianca o grigio chiara, in seguito le foglie colpite appassiscono e cadono.
Questa malattia tipica dell’inizio primavera si combatte con prodotti a base di Zolfo.
Non si tratta di prodotti che vengono assorbiti dalla pianta, pertanto, al momento del consumo, è sufficiente lavare la buccia con acqua e bicarbonato di sodio per eliminarli.
Utilizzo
Il Melograno viene normalmente utilizzato come esemplare singolo, ma, esattamente come un Ulivo, può essere accompagnato da cespugli, erbacee perenni o stagionali che diano un idea di “Mediterraneo” .
Lo troveremo quindi spesso in associazione con Rose, Oleandri, Piante aromatiche, Delosperma cooperi, Hemerocallis e tutte quelle stagionali che sopportano al meglio situazioni prevalentemente soleggiate.
Curiosità
Storia
Originario della zona ai piedi della catena hymalaiana, il Melograno (Punica granatum) ha trovato condizioni ottimali per il suo sviluppo in tutta la zona del Caucaso, del bacino del Mediterraneo e in diverse zone dell’Africa.
I Melograni sono coltivati da millenni e lo dimostrano semi e bucce rinvenuti presso scavi archeologici in tutto il suo areale di sviluppo.
Il nome latino Punica deriva dal fatto che i Romani lo conobbero attraverso i Cartaginesi che occupavano il territorio dell’attuale Tunisia che allora era chiamato Punica.
Già gli antichi Romani utilizzavano il succo di melagrana versato su coppe di neve, che mantenevano nelle ghiacciaie, per fare la “Granatina“, forse il primo vero “gelato” della storia!
Usi e costumi
Per l’abbondanza dei semi contenuti in ogni bacca i Melograni sono da sempre simboli di fertilità e di prosperità e in molti paesi è ancora di buon augurio regalarli per i matrimoni.
La poesia di G. Carducci “Pianto antico” ne ha fatto invece una pianta “triste”.
Un genitore piange il figlio morto da piccolo ricordando come vi tendeva le manine….
Io voglio vedere il bicchiere mezzo pieno e preferisco la prima versione… e voi?
