Seleziona una pagina

PIANTE ACQUATICHE FLUTTUANTI

Note Generali

Con piante acquatiche fluttuanti, si indicano quelle piante che vivono interamente la loro esistenza galleggiando. Durante l’inverno molte di queste piante spariscono. Si “rifugiano” sul fondo dove le condizioni climatiche sono più stabili e generalmente più miti rispetto alla superficie. Spesso passano l’inverno come semi, altre volte con forme di resistenza tipo spore. Nella buona stagione, invece,  le piante acquatiche fluttuanti proliferano e diventano in breve tempo infestanti. Sono quindi poco adatte a piccoli spazi, comunque è consigliabile, anche nei laghetti più grandi, asportare periodicamente la vegetazione in eccesso. Tra queste piante ve ne sono alcune rustiche mentre altre sono più delicate e non sopportano i nostri inverni perché provengono da climi tropicali. Nelle righe seguenti troverete una descrizione di una selezione tra le piante più facili a reperirsi in commercio. Ho scelto, tra le più decorative, quelle di più facile gestione pensando anche agli spazi limitati come un laghetto di casa, una vasca od addirittura una fontana. Seguono alcuni paragrafi sulle necessità di queste piante per gestire al meglio la coltivazione.

  • Descrizione delle specie
  • Coltivazione e cura
  • Esigenze di acqua
  • Esposizione
  • Malattie e parassiti

Descrizione delle specie

Azolla caroliniana

Si tratta di una piccola felce acquatica fluttuante con fronde non più lunghe di un cm di un bel verde smeraldino e dall’aspetto vellutato. In Asia è coltivata nelle risaie perché ha la proprietà di fissare l’azoto atmosferico. Quando muore e si deposita sul fondo diventa un apporto nutritivo non indifferente per le coltivazioni. È una semi rustica cioè muore solo in inverni particolarmente freddi e più facilmente se si trova in vasche piuttosto che in laghetti. Nel Lago superiore di Mantova è diventata una delle più invadenti specie acquatiche assieme al Fior di loto ed alla Ludwigia. Durante la stagione calda sarà necessario “sfoltire” regolarmente la popolazione di Azolla per evitare che prenda il sopravvento su altre piante.

Eichornia crassipes

Da noi è anche conosciuta come “giacinto d’acqua“, è una pianta di origine Sudamericana, quindi da noi  riesce a vegetare solo durante il periodo estivo. Ha la particolarità di fiorire con una bella spiga di fiori lilla e gialli che ricorda i giacinti, per questo è comunque ricercata. È piuttosto difficile anche il ricovero invernale perché la temperatura per mantenerla, non dovrebbe scendere sotto i 25℃. Questa pianta si moltiplica grazie all’emissione di stoloni alla cui estremità si forma una nuova rosetta di foglie, un po’ come fanno le nostre fragole. Nel periodo caldo questa produzione è molto veloce e in breve tempo vedrete che occuperà una buona parte della superficie d’acqua. La pianta vera e propria è costituita da una rosetta di foglie dalla forma tondeggiante. I piccioli delle singole foglie sono molto voluminosi perché costituiti da un tessuto spugnoso permeato d’aria e costituiscono l’apparato di galleggiamento. Nei mesi più caldi dal centro della rosetta di foglie spunta uno stelo cilindrico alto una 20 di cm che porta 8-10 fiori di color azzurro- malva con una macchia giallo oro al centro che li rende veramente spettacolari. Anche per questa pianta ricordo che è molto importante “sfoltire” regolarmente la vegetazione in eccesso per evitare che possa soffocare le altre piante.

Eichornia crassipes

Da noi è anche conosciuta come “giacinto d’acqua“, è una pianta di origine Sudamericana, quindi da noi  riesce a vegetare solo durante il periodo estivo. Ha la particolarità di fiorire con una bella spiga di fiori lilla e gialli che ricorda i giacinti, per questo è comunque ricercata. È piuttosto difficile anche il ricovero invernale perché la temperatura per mantenerla, non dovrebbe scendere sotto i 25℃. Questa pianta si moltiplica grazie all’emissione di stoloni alla cui estremità si forma una nuova rosetta di foglie, un po’ come fanno le nostre fragole. Nel periodo caldo questa produzione è molto veloce e in breve tempo vedrete che occuperà una buona parte della superficie d’acqua. La pianta vera e propria è costituita da una rosetta di foglie dalla forma tondeggiante. I piccioli delle singole foglie sono molto voluminosi perché costituiti da un tessuto spugnoso permeato d’aria e costituiscono l’apparato di galleggiamento. Nei mesi più caldi dal centro della rosetta di foglie spunta uno stelo cilindrico alto una 20 di cm che porta 8-10 fiori di color azzurro- malva con una macchia giallo oro al centro che li rende veramente spettacolari. Anche per questa pianta ricordo che è molto importante “sfoltire” regolarmente la vegetazione in eccesso per evitare che possa soffocare le altre piante.

Lemna minor

Si tratta della comunissima “lenticchia d’acqua“, è una delle più piccole piante acquatiche fluttuanti in grado di fiorire della nostra flora spontanea. Praticamente è costituita da una fogliolina rotonda od ellittica delle dimensioni appunto di una lenticchia o poco meno, ed una radicetta fluttuante. Spesso si notano due o tre foglioline unite assieme, si tratta della gemmazione di queste piante. Praticamente la fogliolina più adulta emette una o due gemme che sono suoi cloni. È in questo modo che la Lemna arriva in breve tempo a ricoprire la superficie di specchi d’acqua anche vasti. Questa specie è autoctona nelle nostre acque dolci e ferme o con corrente molto limitata, una volta era lei ad accompagnare le Ninfee ed i primi Fior di loto nei laghi di Mantova prima che i loto e la Azolla diventassero infestanti. Fino a poco tempo fa si pensava che, a parte contribuire all’ecosistema degli specchi d’acqua dolce e ferma, non avesse altro tipo di utilizzo. Ultimamente invece, in diverse università, in giro per il mondo, si sta studiando la sua coltivazione come fonte di amido per la produzione di biocarburanti. Per il suo tasso di crescita così elevato, un ettaro di coltivazione di Lemna è in grado di fornire, ogni anno, 5 volte più amido del mais finora utilizzato, contenendo moltissimo anche le spese da sostenere per la sua coltivazione. Potrebbe diventare la fonte della benzina del futuro!

Salvinia natans

Detta anche “erba pesce” è anch’essa una felce acquatica. È costituita da un sottile fusto di una decina di cm di lunghezza da cui si originano 3-7 coppie di foglioline ellittiche disposte a spina di pesce. Le foglioline sono ricoperte da una peluria idrorepellente che conferisce loro un aspetto vellutato. D’inverno, essendo piante spontanee anche in Italia, non hanno alcun bisogno di riparo per l’inverno se sono poste in laghetto, in vasca invece potrebbero soffrire gli inverni più freddi. Anche per questa pianta è consigliabile, durante l’estate, uno “sfoltimento” periodico per evitare il sovraffollamento.

Salvinia natans

Detta anche “erba pesce” è anch’essa una felce acquatica. È costituita da un sottile fusto di una decina di cm di lunghezza da cui si originano 3-7 coppie di foglioline ellittiche disposte a spina di pesce. Le foglioline sono ricoperte da una peluria idrorepellente che conferisce loro un aspetto vellutato. D’inverno, essendo piante spontanee anche in Italia, non hanno alcun bisogno di riparo per l’inverno se sono poste in laghetto, in vasca invece potrebbero soffrire gli inverni più freddi. Anche per questa pianta è consigliabile, durante l’estate, uno “sfoltimento” periodico per evitare il sovraffollamento.

Trapa natans

È un’altra delle piante acquatiche fluttuanti rustiche, tipica dei nostri fiumi e canali. È costituita da una rosetta piatta sulla superficie dell’acqua costituita da foglie dalla forma che ricorda le foglie dei pioppi. Queste foglie sono dotate di piccioli più o meno lunghi e rigonfi che la aiutano a galleggiare. Al di sotto della rosetta fluttua un ciuffo di radici scure, mentre al centro, superiormente, a fine estate, compariranno piccoli fiori bianchi simili a quelli delle fragole. Si tratta di una pianta annuale i cui grossi semi neri sono dotati di quattro punte con cui si infiggono nella melma del fondo per poter passare l’inverno. Questi semi sono commestibili ed il loro sapore ricorda quello delle castagne, da qui il loro nome comune che è quello di “castagna d’acqua“. Raramente la troverete in commercio ma è abbastanza comune nelle acque ferme o a scorrimento molto lento.

Coltivazione e Cura

Il “trapianto” delle piante acquatiche fluttuanti non vi darà problemi di scelta del terriccio o del vaso… L’unica avvertenza da avere, eventualmente, è quelle di cercare di creare meno sbalzi di temperatura possibili. È opportuno posizionare le piante nel laghetto o nella vasca quando la temperatura ambientale sarà già stabilizzata verso il caldo. Quindi, in Pianura Padana, si parla della seconda metà di aprile o addirittura dei primi di maggio. Fino a quel momento la temperatura dell’acqua, soprattutto per piante di climi caldi come l’Eichornia, sarà troppo bassa perché possano vegetare al meglio. Se le vostre piante fino a quel momento sono state conservate al chiuso di casa o in un negozio, non saranno abituate al sole diretto. Vi consiglio quindi di posizionarle in acqua in una giornata un po’ nuvolosa, in modo che si abituino gradualmente alle nuove condizioni di luce. Sicuramente per qualche giorno non vedrete cambiamenti o addirittura potrete vedere un peggioramento nel loro aspetto, se le temperature non sono ancora ottimali. Quando si saranno ambientate le vedrete acquisire vigore e cominciare a prendere possesso della superficie del laghetto. Appena vedrete uno sviluppo un po’ eccessivo sfoltitele: da questo momento in poi questo sarà un intervento ricorrente nel vostro laghetto. La frequenza sarà determinata soprattutto dalle condizioni di nutrizione e temperatura presenti, potrebbe anche diventare settimanale.

Innaffiatura

Parlare di innaffiatura per piante acquatiche sembra un controsenso. Ma se con innaffiatura intendiamo un più vasto concetto di ripristino del livello dell’acqua, allora potremo capire la sua importanza. Se abbiamo a disposizione vasche, fontane, o laghetti di piccole dimensioni e soprattutto di profondità limitata, sarà molto importante avere cura che il livello dell’acqua non cali mai troppo. Ciò potrebbe creare fenomeni di surriscaldamento anche delle piante acquatiche fluttuanti che non sono infrequenti soprattutto per vasche fuori terra. In questo caso infatti i raggi del sole battendo sulle pareti della vasca, possono riscaldare eccessivamente l’acqua. Se il volume d’acqua si riduce la temperatura può salire anche molto in fretta e raggiungere livelli non sopportabili dalle piante. Per questo è necessario ripristinare spesso il quantitativo d’acqua nella vasca. Come per i vasi anche nelle vasche delle acquatiche è opportuno aggiungere l’acqua di mattina: L’acqua della vasca si sarà raffrescata nella notte e avrà una temperatura più simile a quella che aggiungerete. In alternativa mantenete l’acqua da aggiungere in un contenitore esposto alle stesse condizioni della vasca. In questo modo l’acqua avrà più o meno la stessa temperatura di quella già presente. Questo sistema permette anche una minima decalcificazione dell’acqua per sedimentazione.

Esposizione

Per quanto concerne i laghetti fondamentalmente l’esposizione sarà soleggiata, ma se riuscirete a creare zone d’ombra grazie a macchie di alberi e cespugli tutto l’ecosistema del laghetto se ne gioverà. Per quello che riguarda le vasche, vi consiglio di posizionarle per quanto possibile all’ombra, soprattutto nelle ore più calde della giornata. Ciò vi permetterà di contenere il surriscaldamento dovuto all’esposizione diretta al sole. Se non vi fosse possibile, fate in modo che le pareti della vasca siano ombreggiate da altri vasi o cespugli e quindi sia esposta al sole solo la superficie dell’acqua.

Parassiti e Malattie

Malattie fungine

Come tutte, anche le piante acquatiche fluttuanti possono ammalarsi o essere attaccate da parassiti. Se vedete comparire delle macchie scure sul lembo fogliare, la maggior parte delle volte dovrete imputarle a condizioni ambientali non opportune. Ma può anche capitare che si tratti di malattie fungine, purtroppo l’equilibrio biologico del laghetto o della vasca è molto delicato quindi andare ad irrorare le foglie con degli antiparassitari è altamente sconsigliabile. Asportate la vegetazione danneggiata e lasciate che la natura faccia il suo corso. Di solito si risolvono da sole grazie anche  alla grande capacità riproduttiva e rigenerante di queste specie.

Parassiti

Tra i parassiti animali i più frequenti sono gli afidi che come nelle altre piante vivono suggendo la linfa e quindi indebolendo i loro ospiti. Anche in questo caso sconsiglio vivamente la distribuzione di antiparassitari classici. Ultimamente, però, si trovano facilmente in commercio antiparassitari di origine biologica che potrebbero essere meno dannosi. In caso di attacchi massicci asportate comunque la vegetazione più colpita