Graminee: descrizione e cure per mantenerle in giardino

La famiglia delle Graminee (o Graminacee o Poacee) è molto numerosa: comprende tra le 5000 e le 9000 specie di cui circa 350 si trovano spontanee in Italia. Le piante appartenenti a questa famiglia sono parenti strette di alcune delle più temute infestanti dei nostri giardini: le gramigne.
È anche vero però che senza Graminee non avremmo prati…
Esistono comunque diverse specie, ed alcune varietà in particolare, che possono essere usate come piante ornamentali a sé santi.
Descrizione delle Graminee
Le graminee sono ultra rustiche, hanno generalmente fusti eretti con foglie la cui parte basale avvolge lo stelo e la parte apicale spesso è graziosamente arcuata verso il basso.
Sono amanti del sole pieno, durante l’estate il caldo può far seccare parti rilevanti della loro vegetazione.
Si tratta però di piante con grandi capacità di rigenerazione, è quindi veramente raro che queste piante muoiano a causa del secco.
In questa grande famiglia però c’è anche posto per specie adatte a terreni anche molto umidi o addirittura paludosi.
Ve ne sono di tutte le dimensioni dai 15 cm agli 8 metri di alcuni bambù.
Anche il loro modo di svilupparsi può essere molto differente da specie a specie.
Ve ne sono alcune che formano ciuffi, o meglio cespi, che si allargano rimanendo però piuttosto compatte.
Altre invece si allargano anche molto soprattutto tramite l’emissione di rizomi e tendono a diventare infestanti se non controllate.

Coltivazione
Durante l’inverno non necessitano di alcun riparo, ma la vegetazione in gran parte muore, quindi dal punto di vista estetico, non si presentano troppo bene. La massa di foglie secche però ha il pregio di fungere da coimbente contro le gelate più intense che potrebbero danneggiare le specie più sensibili al gelo. A primavera tutta la vegetazione vecchia dovrà essere rimossa per favorire l’emissione di quella nuova.
Utilizzo
A seconda delle dimensioni le Graminee possono essere adatte per giardini rocciosi, per bordure di piccole medie dimensioni o per macchie anche di dimensioni importanti adatte a grandi giardini o parchi. Le più utilizzate nei nostri giardini sono le seguenti.
Festuca glauca
Questa è una delle graminee di taglia più piccola arrivando ai 25 cm di h.
Non è rizomatosa quindi si controlla molto bene anche se nasce facilmente da seme e quindi si può diffondere qua e là nel giardino.
Ha foglie filiformi, sottilissime, erette, che partono tutte dal ciuffo centrale senza che compaiano steli.
La particolarità sta soprattutto nel colore azzurro metallico che permette di renderla molto evidente in qualsiasi roccioso o bordura mista in cui venga collocata. In estate dal ciuffo emergono steli sottili che portano leggere spighette appena più chiare del fogliame.
Bellissima associata a fioriture blu o a formare macchie chiare in mezzo a piante verdi.
Pennisetum alopecuroides
Forma cespi che possono raggiungere i 90 cm di altezza, ha belle foglie verdi, nastriformi che graziosamente si arcuano verso il basso man mano che si allungano. Le infiorescenze piumose, tipiche delle Graminee, sono inizialmente verdi tendenti al giallo, ma a maturazione prendono interessanti sfumature rossastre o bianco sericee a seconda delle varietà.
La varietà “purpureum” ha fogliame rossastro che la evidenzia in mezzo al resto della vegetazione.
Bambù
Questa bellissima e vasta famiglia di piante è più approfonditamente descritta nella pagina che ho creato appositamente.
Cortaderia selloana o erba della Pampa
forma grandi cespi di foglie sottili e dai margini taglienti.
A fine estate dal centro del cespo si alzano alte sopra le foglie le belle infiorescenze piumose.
A seconda della specie le infiorescenze possono essere banche, gialle o rosa.
Adatte a grandi spazi.
Altre specie di graminee piuttosto utilizzate sono i Miscanthus, i Calamagrostis, gli Alopecorus e diverse altre.
Infine, è poi doveroso menzionare che le Graminee sono la famiglia delle piante che sfamano il mondo.
Grano, riso, orzo, mais, avena e sorgo sono tutti appartenenti a questa famiglia botanica.

